Diciamo che ho una certa esperienza, navigo da quando c’era il modem a 56k, quando bisognava attendere per connettersi 😆 Solo il PC connesso via cavo riusciva a andare su internet e i contenuti attuali erano impensabili solamente 20 anni fa.

Abito in una zona non raggiunta da fibra ottica e ho cambiato più volte gestore per trovare chi mi potesse garantire una connessione più stabile. Durante il periodo di lockdown in cui ho avuto la fortuna di poter lavorare da casa, la situazione è peggiorata per via del congestionamento della rete. Per fare un esempio banale, il gestore in quella certa zona da 100 unità. Se c’è uno solo connesso, è fortunato… se siamo in 100 persone ci tocca 1 unità a testa. Se siamo di più si fa presto a fare il conto.

Didattica a distanza, smart working, persone a casa che navigano e guardano Netflix e altri contenuti in streaming… una tragedia. Il traffico internet è schizzato alle stelle e ha dimostrato tutta la sua inadeguatezza al contesto attuale. E’ vero, non era prevedibile ma siamo nel 2020!

Oltre l’ampiezza della banda (le unità di cui parlavo prima) un’altro parametro fondamentale è la banda disponibile cioè la velocità. Si può notare scaricando dei contenuti multimediali o nello streaming. La fibra ottica viaggia intorno ai 100 (mega)… se abbiamo l’ADSL intorno ai 7, massimo 20 mega.

Cercando di capire quando il gestore della rete deciderà di portarci nel 2000, ho scoperto qualcosa.

Come si vede dal sito del gestore della rete, l’inizio dei lavori per coprire tutto il Comune è il 2021 con fine lavori 2023. Nel frattempo c’è la rete wireless che si basa su ponti radio raggiunti direttamente dalla fibra. A seconda della zona in cui si abita si arriva fino a 30 o 100 mega. Per ricevere il segnale, oltre a abitare in una zona raggiunta dalla copertura, bisogna installare un’antenna esterna.

Con il tuo indirizzo potrai constatare direttamente la banda che avrai https://bandaultralarga.italia.it/indirizzo/

Mentre qui https://maps.agcom.it potrai vedere la copertura attuale, sia cablata che non e vedere dove è il punto di distribuzione più vicino. In parole povere, più vicino è meglio è…

Oltre la rete cablata (con il cavo che ti arriva fino in casa) o quella wireless (con antenne esterne) c’è la connessione 4G. Vendono dei modem/router dove inserire la sim. Veloce molto di più dell’ADSL, sempre se c’è copertura! Il problema è la saturazione della rete, se siamo in troppi limitano la banda e rallentano la velocità…

Ormai sono anni che viaggia tutto su internet, se non siamo connessi siamo tagliati fuori dalla società.

Beh, che dire… attendiamo con pazienza, non si può fare altro.

GB

Dopo anni di militanza prima e di dirigenza poi, ho deciso di mettermi in gioco e di presentarmi alle elezioni per il rinnovo dei delegati RSU alla Leonardo, l’azienda dove lavoro orgogliosamente da venti anni.
Principalmente lo faccio non per un successo personale ma per aiutare la crescita della UILM e aumentare la rappresentanza all’interno della RSU.

Non viviamo un periodo facile, questa catastrofe (il covid-19) ci ha colpito limitando le nostre vite e incidendo in tanti settori. Il mondo del lavoro non ne è stato esente. Nessuno può far finta non sia successo niente. Noi lavoratori delle Leonardo siamo stati sicuramente più fortunati di altri che hanno visto ridurre il proprio stipendio. Cosa accadrà loro quando non ci sarà più il blocco dei licenziamenti? Quali saranno le conseguenti ricadute produttive ed occupazionali?

La Leonardo ha cercato di ridurre al minimo i rischi per i lavoratori, ricorrendo allo strumento dello smart working.
L’azienda è da elogiare ma siamo lontani dal definirlo “smart”, è qualcosa di più simile al telelavoro.
Essendo nel consiglio territoriale della UILM, una volta al mese ci ritroviamo per analizzare e discutere dei problemi delle aziende fiorentine. Da questi confronti nascono spesso spunti interessanti.

E’ vero che c’è chi sta peggio ma c’è anche chi sta meglio. Ad esempio alla Nuovo Pignone sono previsti rimborsi e altre misure extra per gli smart workers. Purtroppo siamo passati da una prospettiva di smart working pre-covid, rivolta a una piccola percentuale di lavoratori volontari, al costringere l’azienda a metterlo in pratica per più del 60% dei dipendenti.
Capiamo le difficoltà ma questo non significa che non se ne debba discuterne quanto prima e sarà sicuramente uno dei primi impegni dell’RSU. Sono da sempre dell’avviso che non bisogna inventare niente ma prendere spunto da chi ha più esperienza di noi.
In nome dell’emergenza abbiamo tutti fatto dei sacrifici, soprattutto chi tra noi non ha potuto usufruire dello smart working; con il rischio di contrarre il virus, superando problemi nei trasporti e non solo.

Come RSU dobbiamo ridare importanza a uno stabilimento ricco di storia e tradizione come quello di Campi Bisenzio, dove lavoratori e prodotti nati da aziende diverse si sono riuniti per aumentare il proprio peso e non per il contrario.

A distanza di decenni sento ancora parlare di “quelli della SMA” e via dicendo… Cerchiamo di essere più uniti e sentiamoci parte della “one company”.
Campi Bisenzio deve essere al centro del progetto Leonardo, vogliamo investimenti e dei segnali oggettivi di crescita e sviluppo.
In questi anni molte risorse hanno abbandonato l’azienda per raggiunti limiti d’età, ci ritroviamo però con dei vuoti di conoscenze spesso incolmabili ed è solo grazie all’impegno e la buona volontà dei lavoratori se siamo riusciti a mitigare il problema.
I tanto sperati salary review e la revisione dei livelli inquadrativi sono rimasti per lo più buoni propositi.
I lavoratori vanno incentivati attraverso politiche meritocratiche.

Tuttavia il tempo passa e abbiamo un contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici scaduto da 10 mesi. Il suo rinnovo è necessario per dare un messaggio positivo ai lavoratori che si aspettano un incremento salariale dignitoso, oltre un rafforzamento delle tutele, dei diritti e la difesa di ogni posto di lavoro.
Elementi per noi indispensabili e su cui crediamo fortemente.
Secondo recenti studi, l’Italia è l’unico Paese tra le sei principali economie dell’Eurozona a non aver recuperato il livello salariale pre-crisi, cioè del 2007. Anziché crescere il potere di spesa è diminuito.
Abbiamo interrotto le trattative poiché riteniamo che l’aumento salariale sia più importante di altre misure come il welfare. Vogliamo mettere nelle tasche dei lavoratori maggiore liquidità. Non possono essere sempre i lavoratori a pagare il conto della crisi.

Chi sarà eletto avrà una grossa responsabilità, quella di riportare credibilità verso le organizzazioni sindacali confederali. Molti lavoratori si sono allontanati credendo di poter farne a meno nel nome dell’egoismo, tipico della società attuale, ma un luogo di lavoro senza sindacato può trasformarsi in un luogo senza regole dove a pagare saranno sempre i più deboli. Dobbiamo augurarci che gli eletti siano legittimati dal voto dei lavoratori e lavoratrici, rafforzando questo legame. L’unione fa la forza!

NON SIAMO SOLO NUMERI MA PERSONE.

Riassumo alcuni punti del mio pensiero:

REVISIONE DELLO SMART WORKING

INCENTIVI PER CHI E’ COMANDATO AL LAVORO IN PRESENZA

SENTIRSI PARTE DELLA ONE COMPANY

STABILIMENTO DI CAMPI BISENZIO AL CENTRO DEI PROGETTI LEONARDO

INVESTIMENTI SUL PERSONALE

UN SINDACATO DALLA PARTE DEI LAVORATORI

Buon lavoro a tutti e viva il sindacato!
Giuseppe Broccolo